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In questa sezione vengono presentate alcune problematiche per le quali è più di frequente richiesta una consulenza psicologica per il bambino o l’adolescente, per ognuna di esse sono riassunte le caratteristiche principali e indicati i possibili interventi da effettuare.

Il materiale a disposizione è stato fornito da numerose riviste scientifiche, compreso, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali DSM 5.

Depressione

Questo quadro è caratterizzato dalla presenza di specifiche modalità comportamentali che includono: Umore depresso e Perdita di interesse o piacere.

Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorni, come ad esempio: si sente triste, vuoto/a, disperato/a, appare lamentoso/a, significativa perdita di peso, non dovuta a dieta, o aumento di peso, insonnia o ipersonnia ed agitazione o rallentamento psicomotorio.

Perdita di interesse o piacere per tutte o quasi tutte le attività, per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come ad esempio: faticabilità o mancanza di energia, sentimenti autosvalutanti o di colpa eccessivi inappropriati, ridotta capacità di pensare o concentrarsi e pensieri ricorrenti di morte.

Gli interventi da attivare possono essere:

L’intervento rivolto al bambino o ragazzo: come sostegno e abilitazione, utili per sviluppare una relazione che permetta di condividere apertamente i propri pensieri e stati d’animo ed esplorare quest’ultimi al fine di individuare le componenti che mantengono lo stato depressivo del bambino o ragazzo.

L’intervento rivolto ai genitori: come sostegno, consulenze psicoeducative e parent-training, utili per informare i genitori circa le difficoltà del bambino o ragazzo ed aiutare i genitori a rinforzare i suoi comportamenti positivi.

L’intervento rivolto al gruppo dei pari: circle-time e peer-education, utili nell’incoraggiare il bambino o il ragazzo a prendere parte ad attività di gruppo con coetanei finalizzate a migliorare le sue abilità sociali e nell’affrontare i suoi stati depressivi messi in discussione dai compagni.

Bassa autostima

Questo quadro è caratterizzato dalla presenza di specifiche modalità comportamentali che includono: Verbalizzazione di commenti autosvalutanti, Eccessivi sforzi per compiacere gli altri, Incapacità di individuare propri tratti positivi, Paura di essere rifiutati, Comportamenti negativi finalizzati alla ricerca di attenzione compresa la difficoltà di dire “no” agli altri.

Verbalizzazione di commenti autosvalutanti ad esempio il bambino o ragazzo si vede come privo di valore, stupido, non attraente.

Eccessivi sforzi per compiacere gli altri o per ricevere attenzione e lodi da adulti e/o coetanei.

Incapacità di individuare o accettare propri tratti positivi o talenti.

Paura di essere rifiutati dagli altri, specialmente dal gruppo dei pari.

Messa in atto di comportamenti negativi che sono evidenti tentativi di ricerca di attenzione accompagnati da eccessiva accondiscendenza.

Gli interventi da attivare possono essere:

L’intervento rivolto al bambino o ragazzo: come sostegno e abilitazione, utili per il riconoscimento dei principali stati d’animo, aiutarlo ad individuare i suoi commenti autosvalutanti e le convinzioni negative distorte su se stesso e sul mondo.

L’intervento rivolto ai genitori: come sostegno, consulenze psicoeducative e parent-training, utili per informare i genitori circa le difficoltà del bambino o ragazzo, esplorare le aspettative dei genitori nel confronti del bambino o del ragazzo.

L’intervento rivolto al gruppo dei pari: circle-time e peer-education, utili nell’incoraggiare il bambino o il ragazzo a prendere parte ad attività di gruppo con coetanei finalizzate a migliorare le sue abilità sociali e nell’affrontare i suoi stati autosvalutanti messi in discussione dai compagni.

Rifiuto della scuola

Questo quadro è caratterizzato dalla presenza di specifiche modalità comportamentali che includono: Persistente riluttanza o rifiuto a frequentare la scuola, Marcato disagio emotivo e ripetute proteste, Frequenti lamentele somatiche, Persistente e irrealistiche espressioni di paura di fallimento e ansia.

Persistente riluttanza o rifiuto a frequentare la scuola per il desiderio di rimanere a casa con il/i genitore/i o per evitare di affrontare il disagio emotivo che prova a scuola.

Marcato disagio emotivo e ripetute proteste ad esempio: pianti, comportamenti regressivi, scoppi d’ira e implorazioni, quando è il momento di andare a scuola o dopo l’arrivo a scuola.

Frequenti lamentele somatiche ad esempio: mal ti testa, mal di stomaco e nausea, associate al frequentare la scuola o all’anticipazione di dover andare a scuola.

Persistenti e irrealistiche espressioni di paura, ansia e fallimento relative ai successi scolastici che accompagnano il rifiuto di frequentare la scuola.

Gli interventi da attivare possono essere:

L’intervento rivolto al bambino o ragazzo: come sostegno e abilitazione, utili nel costruire un rapporto di fiducia con il bambino o ragazzo al fine di metterlo in grado di comunicare le proprie emozioni, valutare gli aspetti ansiosi e le possibili cause.

L’intervento rivolto ai genitori: come sostegno, consulenze psicoeducative e parent-training, utili per informare i genitori circa le difficoltà del bambino o ragazzo, nell’aiutare i genitori a rinforzare o premiare i comportamenti autonomi del figlio come ad esempio: frequentare la scuola, fare da solo i compiti ed altro.

L’intervento rivolto agli insegnanti: come consulenze psicoeducative e teacher-training, utili per progettare un programma che consenta di migliorare la performance scolastica del bambino o del ragazzo, le sue abilità sociali con i compagni e il controllo dell’ansia.

L’intervento rivolto al gruppo dei pari: circle-time e peer-education, utili nell’incoraggiare il bambino o il ragazzo a prendere parte ad attività di gruppo con coetanei finalizzate a migliorare le sue abilità sociali e nell’affrontare gli stati d’ansia ed evitamento.

Fobia sociale, Timidezza

Questo quadro è caratterizzato dalla presenza di specifiche modalità comportamentali che includono: Paura o Ansia marcata nelle situazioni sociali o prestazionali, il bambino o ragazzo teme che manifesterà sintomi d’Ansia, le Situazioni Sociali temute provocano Ansia, Paura o Evitamento.

La Paura o l’Ansia è marcata relativamente ad una o più situazioni sociali o prestazionali nelle quali l’individuo è esposto al possibile esame degli altri.

Il bambino o ragazzo teme che Agirà in modo tale o manifesterà sintomi d’Ansia che saranno valutati negativamente, cioè che saranno umilianti o imbarazzanti.

le Situazioni Sociali temute provocano Ansia, Paura o Evitamento che provocano disagio o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o di altre aree importanti.

Gli interventi da attivare possono essere:

L’intervento rivolto al bambino o ragazzo: come sostegno e abilitazione, utili nell’esplorare, incoraggiare e supportare il bambino o il ragazzo nell’espressione verbale e nel chiarimento dei propri stati d’animo associati alle precedenti esperienze di rifiuto, criticismo svalutativo o traumi. Aiutare il bambino a gestire l’ansia ed a comunicare pensieri, emozioni e bisogni più direttamente e apertamente.

L’intervento rivolto ai genitori: come sostegno, consulenze psicoeducative e parent-training, utili per informare i genitori circa le difficoltà del bambino o ragazzo e fornire chiarimenti circa i vantaggi secondari derivanti da ansia e ritiro sociale.

L’intervento rivolto al gruppo dei pari: circle-time e peer-education, utili nell’incoraggiare il bambino o il ragazzo a prendere parte ad attività di gruppo con coetanei finalizzate a migliorare le sue abilità sociali ed affrontare con i compagni le suo paure o ansie.

Ansia da Separazione

Questo quadro è caratterizzato dalla presenza di specifiche modalità comportamentali che includono: Paura o Ansia Eccessiva e Inappropriata; la Paura, l’Ansia o l’Evitamento sono Persistenti.

La Paura, l’Ansia o l’Evitamento si manifesta con ricorrente ed eccessivo disagio quando si prevede o si sperimenta la separazione da casa o dalle principali figure di attaccamento, persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo la perdita delle figure di attaccamento o alla possibilità che accada loro qualcosa, persistente riluttanza o rifiuto di uscire di casa per andare a scuola, al lavoro o altrove per la paura della separazione, persistente ed eccessiva paura di dormire fuori casa, ripetuti incubi che implicano il tema della separazione della principali figure di attaccamento.

Gli interventi da attivare possono essere:

L’intervento rivolto al bambino o ragazzo: come sostegno e abilitazione, utili nell’esplorare, incoraggiare e supportare il bambino o il ragazzo nell’espressione verbale e nel chiarimento dei propri stati d’animo associati alle precedenti esperienze di separazione, perdite, traumi irrisolti o pericoli realistici. Aiutare il bambino a distinguere tra paure realistiche e irrealistiche ed aiutarlo a gestire l’ansia.

L’intervento rivolto ai genitori: come sostegno, consulenze psicoeducative e parent-training, utili per informare i genitori circa le difficoltà del bambino o ragazzo e informarli circa possibili comportamenti iper protettivi o iper ansiosi che involontariamente rinforzano il comportamento di eccessiva dipendenza nel figlio.

L’intervento rivolto al gruppo dei pari: circle-time e peer-education, utili nell’incoraggiare il bambino o il ragazzo a prendere parte ad attività di gruppo con coetanei finalizzate a migliorare le sue abilità sociali ed affrontare con i compagni le suo paure o ansie.

Disturbo della condotta

Questo quadro è caratterizzato dalla presenza di specifiche modalità comportamentali in cui vengono violati i diritti fondamentali degli altri oppure le principali norme o regole sociali appropriate per l’età, includono: Aggressioni a Persone o Animali, Distruzione della Proprietà, Frode/Furto e Gravi Violazioni di Regole.

L’Aggressione a Persone o Animali è caratterizzata da prepotenze e minacce verso gli altri, spesso dà il via a colluttazioni, è stato fisicamente crudele verso persone e/o animali, ha rubato affrontando direttamente la vittima ed ha costretto qualcuno ad attività sessuali.

La Distruzione della Proprietà consiste in atti intenzionali finalizzati nel causare seri danni o distruzione a proprietà altrui, come appiccare deliberatamente il fuoco.

La Frode o Furto è caratterizzata dalla violazione di proprietà privata, spesso mente per ottenere vantaggi o favori o per evitare dei doveri, ha rubato articoli di calore senza affrontare direttamente la vittima.

Gravi Violazioni di Regole consiste nel trascorrere spesso la notte fuori nonostante le proibizioni dei genitori, si allontana da casa di notte, spesso marina la scuola.

Gli interventi da attivare possono essere:

L’intervento rivolto al bambino o ragazzo: come sostegno e abilitazione, utili nell’insegnare strategie di negoziazione e autocontrollo tramite autoistruzioni per aiutare il ragazzo a esprimere rabbia attraverso verbalizzazioni appropriate e sfoghi fisici sani.

L’intervento rivolto ai genitori: come sostegno, consulenze psicoeducative e parent-training, utili per informare i genitori circa le difficoltà del bambino o ragazzo, nell’aiutare i genitori a stabilire regole chiare e sostenerli nel potenziare la loro capacità di aiutare il bambino o ragazzo.

L’intervento rivolto agli insegnanti: come consulenze psicoeducative e teacher-training, utili per progettare un programma che consenta di migliorare la performance scolastica del bambino o del ragazzo, le sue abilità sociali con i compagni e il controllo degli impulsi.

L’intervento rivolto al gruppo dei pari: circle-time e peer-education, utili nell’incoraggiare il bambino o il ragazzo a prendere parte ad attività di gruppo con coetanei finalizzate a migliorare le sue abilità sociali.

Disturbo oppositivo-provocatorio

Questo quadro è caratterizzato dalla presenza di specifiche modalità comportamentali che includono: Umore Collerico/Irritabile, Comportamento Polemico/Provocatorio o Vendicativo.

L’Umore Collerico è caratterizzato da aspetti particolarmente visibili, ad esempio, il bambino o il ragazzo va spesso in collera, è spesso permaloso/a o facilmente contrariato/a ed è spesso adirato/a e risentito/a.

Il Comportamento Polemico/Provocatorio è caratterizzato da litigi con figure che rappresentano l’autorità, spesso sfida attivamente o si rifiuta di rispettare le richieste provenienti da figure che rappresentano l’autorità o le regole, spesso irrita deliberatamente gli altri, spesso accusa gli altri per i propri errori o il proprio cattivo comportamento.

Il Comportamento Vendicativo è caratterizzato dall’essere dispettoso/a o vendicativo/a.

Gli interventi da attivare possono essere:

L’intervento rivolto al bambino: come sostegno e abilitazione, utili a costruire attivamente un livello di fiducia in grado di incoraggiare il bambino o ragazzo a verbalizzare la fonte degli stati d’animo negativi e ostili.

L’intervento rivolto ai genitori: come sostegno, consulenze psicoeducative e parent-training, utili per informare i genitori circa le difficoltà del bambino o ragazzo, e nell’insegnare ai genitori a ridurre gli eccessi di verbalizzazioni improduttive verso il bambino o ragazzo, volti ad incentivare comportamenti adattivi e per ridurre i comportamenti indesiderabili.

L’intervento rivolto al gruppo dei pari: circle-time e peer-education, utili nell’incoraggiare il bambino o il ragazzo a prendere parte ad attività di gruppo con coetanei finalizzate a migliorare le sue abilità sociali.

Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD)

Questo quadro è caratterizzato dalla presenza di specifiche modalità comportamentali che includono: Disattenzione, iperattività e/o impulsività

La Disattenzione consiste nella difficoltà nel focalizzare l’attenzione su uno stimolo e di prolungare lo sforzo di elaborazione cognitiva su uno specifico oggetto.

L’Iperattività consiste in una motricità eccessiva rispetto al necessario.

L’impulsività risiede in un comportamento non pianificato, ma immediatamente agìto, senza preoccuparsi delle conseguenze.

Questi bambini o ragazzi sono dotati di intelligenza, curiosità ed energia, in età scolare tendono a mostrare difficoltà nel compiere le operazioni per prepararsi e bisogno di costanti richiami per mangiare, vestirsi e lavarsi, come se non riuscissero a organizzare le loro attività. Talvolta esprimono la loro frustrazione, dovuta all’imposizione del controllo motorio, attraverso l’aggressività ed eseguono i compiti in modo affrettato e inaccurato.

Gli interventi da attivare possono essere:

L’intervento rivolto al bambino: come sostegno e abilitazione, utili nell’insegnare al bambino o al ragazzo strategie più efficaci per migliorare le proprie abilità, sia scolastiche sia inerenti la normale routine quotidiana.

L’intervento rivolto ai genitori: come sostegno, consulenze psicoeducative e parent-training, utili per informare i genitori circa le difficoltà del bambino o ragazzo e aiutarli nella gestione quotidiana delle difficoltà che possono venire a manifestarsi.

L’intervento rivolto agli insegnanti: come consulenze psicoeducative e teacher-training, utili per progettare un programma che consenta di migliorare la performance scolastica del bambino o del ragazzo, le sue abilità sociali con i compagni e il controllo degli impulsi.

L’intervento rivolto al gruppo dei pari: circle-time e peer-education, utili nell’incoraggiare il bambino o il ragazzo a prendere parte ad attività di gruppo con coetanei finalizzate a migliorare le sue abilità sociali.

Il Laringospasmo o Spasmo Affettivo: Fattori di Rischio e Traiettorie Evolutive

I bambini spesso utilizzano il corpo come luogo e mezzo privilegiato per esprimere il proprio disagio e malessere interno. Altre volte, invece, il corpo diviene il mezzo attraverso il quale il bambino comunica con l’esterno per richiamare l’attenzione degli adulti o per esprimere una richiesta di accudimento e di ascolto. Il corpo è il veicolo d’importanti significati riguardanti la qualità dei propri legami affettivi e della strutturazione del Sé. Accade cosi che spesso i pediatri incontrano piccoli pazienti che, pur lamentando una sintomatologia importante, non mostrano “alcuna obiettività organica”. In questo caso si può parlare di disturbi psicosomatici. La loro presenza è riscontrabile in età pediatrica dai 2-3 anni e si mantiene elevata in epoche successive dello sviluppo, ciò non esclude la presenza di tali manifestazioni durante il primo anno di vita. La medicina psicosomatica studia il rapporto tra mente e corpo; stress prolungati sono all’origine delle cosiddette malattie psicosomatiche, classificabili come risposte miste, in cui spesso il soggetto è consapevole solo della sofferenza fisica, eludendo involontariamente la componente emotiva. Per quanto riguarda il bambino, più è piccolo e più avrà difficoltà a utilizzare il linguaggio per esprimere il proprio malessere. Lo scopo di questo studio è quello di analizzare in dettaglio un particolare disturbo psicosomatico: il laringospasmo. Numerose ricerche si sono susseguite nel tempo per spiegare l’eziopatogenesi di questo disturbo, molto interessanti sono stati i lavori di: Kreisler, Fain e Soulé (1976), che da punti di vista differenti sono riusciti ad inquadrare il laringospasmo nei suoi aspetti più peculiari, comprendendo così sia le ragioni sottostanti che portano il bambino alla “scoperta” di tale disturbo, sia i significati impliciti che sottendono ad esso. Altri studi hanno analizzato, in modo sperimentale, l’influenza del temperamento del bambino nell’eziopatogenesi di tale manifestazione clinica, aprendo una finestra sul comportamento manifesto del bambino, nella vita di tutti i giorni, come campanello di allarme per i genitori, servizi sanitari e scolastici per la prevenzione.